Lorenzo Baglioni, docente di matematica, cantautore, comico, scrittore e conduttore televisivo, presenta il suo secondo disco “Siamo le foto che scartiamo”. “Insieme” è il brano in collaborazione con il Piccolo Coro “Mariele Ventre” diretto da Sabrina Simoni che fa parte di un progetto europeo con un messaggio di unione fra i popoli.
Nel 2019 hai lanciato una sfida, con la canzone “UE” per spiegare in termini semplici, cos’è l’Unione europea e perché è importante andare a votare. Quest’anno hai collaborato al progetto europeo “Insieme”, com’è nato e di cosa si tratta nello specifico?
É nato dopo la prima collaborazione con il Parlamento Europeo. C’era già un canale di dialogo e di amicizia con le persone, lo staff con cui ho collaborato, quando loro sono venuti a conoscenza di una bella storia, che cerco di riassumere così: in piena pandemia del 2020 in Bulgaria è stata riscoperta una canzone dello Zecchino d’Oro cantata all’epoca negli anni ’60 mi pare, da due bimbi bulgari insieme al coro dell’Antoniano; è stata ripresa quella musica, sono state cambiate le parole a tematica pandemia, quindi sullo stare insieme per superare momenti di difficoltà. La canzone dello Zecchino d’Oro in questione si chiama “L’arcobaleno” e così al Parlamento Europeo è venuto in mente di andare in scia a questo sentimento di unione, cooperazione, collaborazione, fratellanza, visto che hanno anche proprio un progetto che si chiama insieme per. Quindi hanno contattato me, il coro dell’Antoniano e da lì è nato tutto il progetto di una canzone che si chiama Insieme che ho scritto insieme a mio fratello Michele, poi abbiamo realizzato insieme appunto, al Piccolo Coro dell’Antoniano.
In seguito alla collaborazione ad una trasmissione televisiva con il Piccolo Coro “Mariele Ventre”, hai collaborato con l’Antoniano di Bologna. Che cosa ti ha spinto a scegliere il coro per il tuo attuale progetto? Prima di questa esperienza, che cosa conoscevi dell’Antoniano?
Non è stata un’idea mia scegliere l’Antoniano, come vi ho detto prima è stata un’idea del Parlamento Europeo; una cosa che veramente mi ha reso molto contento e felice perché ovviamente conoscevo perfettamente il coro, conoscevo la trasmissione dello Zecchino d’Oro, credo che sia una cosa quasi impossibile non conoscere, visto il ruolo che ha nel costume italiano ma non solo, proprio anche nel tessuto musicale del nostro paese, visto che hanno sfornato delle vere e proprie hit per bambini, non soltanto in Italia ma direi internazionali; quindi sono un esempio di cultura musicale per quel target di riferimento lì e quando quindi ho avuto l’occasione di collaborare insieme al Piccolo Coro, grazie al Parlamento Europeo, sono stato molto contento.
Qual è stato il criterio di scelta degli altri cori che hanno partecipato al progetto “Insieme”? In che modo sono stati coordinati?
Di questa cosa se n’è occupato il coro dell’Antoniano che ovviamente ha vari contatti con cori europei e hanno proposto questo progetto a dei cori “amici”. Quindi, è stata una vera collaborazione europea perché ci sono quattro cori che vengono da : Italia, Bulgaria, Portogallo e Svezia che hanno reso trasversale, per quel che riguarda l’unione europea, questo brano, questa canzone.
Il repertorio musicale dell’Antoniano, nonostante sia il maggior produttore musicale infantile al mondo, trova un pubblico sempre più piccolo. Le nuove generazioni genitoriali, danno spazio all’ascolto di altri generi musicali come se l’infanzia terminasse prima. Tu hai dei ricordi “infantili” legati alle canzoni dell’Antoniano? Quale credi sia il modo per ampliare le età d’ascolto?
Mi sento un po’ in difficoltà a rispondere a questa domanda perché non ho dei veri dati numerici e statistici, quindi non conoscendo l’argomento né le statistiche rischio di rispondere un po’ alla leggera, cosa che non mi piace mai fare. Non sono un esperto di questa tematica quindi non so come sia cambiato il modo di ricevere e ascoltare questo genere di canzoni. Io ovviamente ho un ricordo molto chiaro e forte di queste canzoni che per qualche motivo non puoi non ascoltarle; forse la cosa che mi viene più in mente sono gli anni in cui ero molto più grande del target di riferimento dello Zecchino d’Oro, in cui andavo in un campeggio con i miei amici, direi in età adolescenziale sedici, diciassette anni e c’era la cosiddetta baby dance in campeggio. Le hit della baby dance, penso che il 50% siano provenienti dallo Zecchino d’Oro e però la cosa ganza è che tutti poi non possono fare a meno di partecipare a quell’energia, a quell’entusiasmo che quelle canzoni riescono a generare, si balla tutti Il coccodrillo come fa e siamo tutti contenti.
Considerando il tuo filone di “canzoni didattiche” e la curiosità che promuovi come elemento principale, hai mai approfondito il repertorio musicale del Piccolo Coro dell’Antoniano, al di là delle canzoni dello Zecchino d’Oro?
Questa domanda non la capisco benissimo, non capisco bene cosa si chieda. In che senso: “hai mai approfondito il repertorio musicale del Piccolo Coro dell’Antoniano, al di là delle canzoni dello Zecchino d’Oro?” Cioè se hanno un repertorio? Non lo so, oltre a quello che si vede in televisione no, non so dove, se si va ai concerti, si vede, non l’ho mai visto, non ho mai avuto l’occasione di vedere il Piccolo Coro live e anche quando magari mi è capitato di ascoltare, di curiosare su Spotify, dello Zecchino d’Oro devo dire che tutte le canzoni che ascoltavo erano canzoni che avevo sentito anche in televisione quindi canzoni famosissime o su Youtube; non so se poi hanno un repertorio, avranno come credo da questa domanda, non so se ho capito bene, anche altre canzoni che forse non provengono dallo Zecchino d’Oro, però devo dire sinceramente che non le conosco, sempre se ho capito bene la domanda.
Nonostante la maggioranza dei cantanti italiani sia maschile e che i dati Siae confermano che nella sezione musica, solo il 15% degli iscritti è di sesso femminile, secondo te come mai nei cori la presenza maschile è sempre in minoranza?
Questa è una bella domanda, anche qua mi piacerebbe avere una risposta, vado un po’ così di pancia. Credo che ci siano due fattori: uno culturale e uno, forse, meccanico, genetico? Quello culturale, vuole che in un coro sia più facile che si proponga e si iscriva una bambina invece di un bambino, un po’, com’è che giocano a calcio molti più maschi che femmine? O com’è che vanno a ballare molte più bambine che bambini? Sempre un po’ per lo stesso motivo! la danza è visto come un qualcosa inerente all’ambito femminile, il calcio all’ambito maschile, nonostante esista il calcio femminile e esistano dei ballerini maschi, assolutamente straordinari, celebri e famosissimi, quindi questa è la ragione culturale. L’altra cosa, che forse può provare a rispondere a questa domanda per quanto non sia un tecnico, è che mediamente forse, però anche lì bisogna vedere se poi non si va nell’intersezione di quello che dicevo prima, ovvero se quello che sto per dire non derivi da sempre motivi culturali, diciamo mediamente credo che le bambine siano un po’ più intonate dei bambini e quindi quando c’è una cosa meccanica intendevo un po’ a questo; evidentemente hanno forse una facilità che, o è dell’orecchio o è delle corde vocali, a far si che siano un po’ più intonate, almeno questo è quello che la mia esperienza mi porta a pensare, quindi forse, queste due motivazioni possono portare a quello che fate presente in questa domanda.
Le domande di Francesca Bernardi a Lorenzo Baglioni sono state trascritte da audio vocali.
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