Stasera mi sono presa un bell’anticipo e ho parcheggiato la macchina poco dopo la chiesa. Non ho cercato un posto più vicino perché volevo gustarmi tutto il tragitto che comprendesse la facciata illuminata della basilica e il viale alberato che costeggia il campanile. L’ho percorso respirando a pieni polmoni l’aria e ascoltando il rumore delle foglie sparse, apprezzando il momento. Sono stata la prima ad arrivare davanti al portone dell’Antoniano e poco dopo é arrivato Arcibaldo ingiacchettato e stanco, Giorgia che non vedevo da mesi, Fabio con la sua felpa rossa, Giulietta frizzante, Angela luminosa, Antonella con il trolley stereo (che sarebbe partita volentieri a trovare suo figlio in Cina!) Paolito immusonito col giubottino cangiante e poi le belle: mia sorella e la Peppina coi capelli stirati…e ancora, Luciana scattante, Betta sorridente, Cristiana nonostante dieci ore di lavoro e ancora tanti altri coristi. Il cerchio si allargava insieme alla mia contentezza, peccato mancassero Giacomo, Massimo, Renata, Carla, Riccardo, Mirko, Chiara, Antonella P., Claudia C e Luca….proprio stasera! Ogni arrivo un guizzo di gioia, una presenza in più del nostro gruppo bislacco! Via via siamo entrati nella scuola e dopo mesi interminabili ho varcato la soglia dell’aula come se fosse la prima volta…
Luciana ci ha messo subito in riga con le nuove disposizioni e le finestre spalancate, mentre io mi guardavo intorno esterrefatta perché eravamo tanti, presenti e coinvolti.
Bando alle ciance, abbiamo provato subito i canti per la messa del 7 novembre con il nostro “nuovo Vecchione” in ascolto (sto parlando di Paolo Chicca, ex corista per ben otto anni). Eravamo spesso calanti ma le prove servono proprio a riaggiustare le voci (e gli animi).
Paolo non pareva presente, mentre si alienava ingrandendo dal cellulare la foto della sua edicola nonostante cercassi di coinvolgerlo … Poi abbiamo cantato il medley Zecchino e vari brani sparsi, alcuni a casaccio, come “Il fiore di città” che mi emoziona ogni volta. Una canzone “ecologica” attualissima e valorizzata dalla voce di Fabio, l’interprete originale del 19° Zecchino d’Oro. Il bello é che avendo frequentato il Piccolo Coro in epoche diverse, ad ogni canzone si accontentano e scontentano i vari coristi a seconda del ricordo presente o assente, infatti l’impatto emotivo é quel valore aggiunto che da entusiasmo al brano a seconda di chi l’ha vissuto! Per esempio “Siamo tutti dei re” che in passato non ho mai cantato, per quanto Luciana la direttrice, continui ad esaltarlo, a me non arriva proprio. Poi ci sono pezzi come “Francesco e il lupo” che ogni volta come una coperta morbida e calda , mi avvolge di buoni propositi. Nel testo dice “il solo vero bene del mondo é la bontà” e questa frase ha un effetto incredibile sul mio stato d’animo, come una preghiera, un monito da tenere saldo nei momenti difficili. La più ostica rimane “Hevenu shalom aleichem” in cui per la prima volta io e mia sorella cantiamo una frase insieme mentre parti maschili e femminili si confondono. Infine la più esilarante diventa “Quanne nascette ninnu” dove sul finale, Elisabetta s’inventa un tono di cornamusa (ovvero il UÉÉÉ cantato col naso tappato) che inaugura convinta per poi rendersi conto, trovandosi sola, che quella tonalità non é mai esistita! Ma le sorprese non finiscono perché il bello dei nostri ritrovi non é solo il prima e il durante ma anche il dopo…Lorenzo che sembra venire alle prove solo per urlare CHICCHIRICHÍ alla fine della canzone “Il pulcino ballerino”, ci ha regalato uno dei suoi contributi comici sulla chat di whatsapp per continuare a ridere anche in macchina!
E tra un ticche tocche del pulcino Lorenzino e lo uééé improvvisato della cornamusa Elisabetta, sono tornata a casa piena di leggerezza…
Da stasera avremo anche una splendida suoneria per cellulare e le royalty finiranno nelle casse della nostra associazione …
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