Il mondo dello Zecchino d’oro ed io

Il mondo dello Zecchino d’oro ed io

La preistoria

Ho seguito lo Zecchino d’oro fin dalle primissime edizioni, avendo io all’epoca un’età da “sorella maggiore” dello Zecchino! In quegli anni quindi io ero già una ragazzina ed in casa era finalmente arrivata la tv, ancora in bianco e nero! Invece fino ad allora ero andata con la famiglia nelle sale cinematografiche a vedere il giovedì sera “Lascia o Raddoppia?” e al bar vicino casa a seguire il Festival di Sanremo, bevendo una aranciata o gustando una cioccolata calda.
Così da sempre per me lo Zecchino d’oro è diventato un appuntamento imperdibile. Di quei primi tempi come non citare l’evergreen “Lettera a Pinocchio”, canzone intramontabile che canticchia ancora oggi la mia nipotina che ha quasi quattro anni? Ricordo anche tante altre canzoni ‘storiche’ come “La giacca rotta”, con testo della bravissima attrice Paola Pitagora, “Popoff”, “Quarantaquattro gatti”, “Il valzer del moscerino”, cantata dalla mitica Cristina D’Avena, “Volevo un gatto nero”, che l’amico Saccol lo scorso anno ha fatto rivivere in una originale versione video di “Riarrangia lo Zecchino”.
Seguivo le puntate incantata ed intenerita dalla ingenuità dei piccoli interpreti, dalla bravura dei coristi, dalla maestria di Mariele Ventre e dalla simpatia dell’onnipresente estroso Mago Zurlì.
Ero affascinata dalle trovate creative degli autori dei testi e dei musicisti, consapevole della abilità necessaria per produrre quei piccoli capolavori di autentica arte! Con un ascolto attento e curioso cercavo di carpire i segreti di quella magia di parole e musica che ancor oggi incantano e divertono bambini e adulti!
Eh già, perché fin da piccola avevo la passione per la scrittura creativa (in famiglia infatti mi chiamavano affettuosamente “la poetessa”) ed anche per la musica. Amavo cantare in coro a scuola e più tardi con gli amici e coltivavo queste passioni musicali “studiando” le canzoni e dilettandomi a scrivere testi.

Una storia a distanza
Nel frattempo la tv era diventata a colori ed io anche da adulta continuavo a seguire i programmi dello Zecchino d’oro.
Al termine del mio percorso di studi ho avuto la fortuna, come insegnante di Lettere di scuola media, di poter trasmettere ai miei alunni anche le mie passioni nell’ambito di laboratori e progetti teatrali e musicali, che per organizzazione di orario affiancavano le ore delle materie curriculari che insegnavo. Così provavo soddisfazione a scrivere canzoni insieme ai ragazzi con cui inventavo storie in versi che venivano poi da loro cantate e rappresentate negli spettacoli teatrali e musicali scolastici, mietendo ‘successi di pubblico e di critica’ e ottenendo vari premi e riconoscimenti in concorsi locali e nazionali.
Una volta diventata mamma, ecco che la presenza dello Zecchino ritorna in casa, oltre che con l’appuntamento autunnale in tv, anche durante tutto l’anno con l’ascolto delle musicassette che intrattenevano piacevolmente mia figlia da bambina e di cui ancora oggi conservo gelosamente gli esemplari.

Manovre di avvicinamento
Con un salto in avanti arriviamo al maggio del 1999, quando è cominciata la mia collaborazione in ambito scolastico con un insegnante di musica speciale, Gian Pietro Pendini, che aveva in mente il progetto ambizioso di riunire in rete le scuole della provincia di Padova, dalle materne alle superiori, per la promozione della musica a scuola e che cercava insegnanti disponibili a realizzarlo.
Ma che c’entra questo con lo Zecchino d’oro? C’entra eccome! Eh sì, perché proprio a novembre di quell’anno 1999 la sua canzone “La mia bidella Candida” non solo partecipa, ma vince lo Zecchino d’oro ed anche il premio per il miglior testo. Così, attraverso la sua esperienza e i suoi racconti, ho potuto conoscere un po’ più da vicino il mondo dello Zecchino d’oro.
Per esempio ricordo di aver assistito su suo invito nel giugno del 2000 nel quartiere Arcella di Padova ad uno spettacolo presentato da Milly Carlucci, in cui il Piccolo Coro diretto dalla bravissima Sabrina Simoni ha eseguito alcune canzoni dello Zecchino e nell’occasione ho avuto la possibilità di conoscere personalmente Topo Gigio “in carne ed ossa” e di farmi fare l’autografo da lui e da Maria Perego che era persente alla manifestazione! Ovviamente l’autografo lo conservo ancora come un importante cimelio.


Con Pendini nell’anno scolastico seguente realizzo piccole ‘grandi cose’ in campo didattico: facciamo la sigla “Expo Scuola” per la Fiera di Padova, scriviamo la canzone “Freccia leprotto magico”, inno della Prima Maratona di Sant’Antonio (oggi Padova Marathon) ed inoltre mettiamo in scena “Candida, ciao!”, un musical ispirato alla sua canzone.
Pendini successivamente fa centro ancora una volta allo Zecchino nel 2008 con la sua azzeccatissima “Attenti alla musica”, classificatasi al terzo posto e un cui frammento diventa recentemente il leitmotiv della “Zecchino d’oro Baby Dance”.
Nel frattempo con Pendini scrivo il testo di molte altre canzoni per l’infanzia che partecipano a vari concorsi nazionali: tra queste due canzoni per Ambrogino d’oro e cinque per il Bimbofestival. Mi fa piacere ricordare in particolare “Play jouer vuol dir giocare”, che al Bimbofestival del 2013 vince il primo premio ed anche il premio per il miglior testo.
Recentemente proprio nella primavera di quest’anno vinciamo il primo premio al Concorso internazionale degli Esperantisti ciprioti con la canzone “La pinguina triestina”, che si aggiudica anche il premio per la miglior musica.
Da anni scrivo anche testi di canzoni per “adulti”, in collaborazione con diversi musicisti e persino alcuni tanghi in spagnolo.
Nel frattempo collaboro con Chiara Mario, scrivendo ‘il libretto’ di molte operine messe in scena dal coro Nuove Armonie che lei dirige.

Incontri ravvicinati
Ma la vera svolta zecchiniana per me arriva nel 2014, quando finalmente, dopo vari tentativi con diverse canzoni, la mia canzone “L’orsacchiotto dall’oblò”, proprio con musica di Chiara Mario, entra nella rosa delle dodici finaliste del 57′ Zecchino d’oro! Una gioia incontenibile e una grande emozione ricevere la fatidica telefonata da Padre Caspoli che mi annunciava personalmente la bellissima notizia! Chiara, alla fine della lezione in cui era impegnata col suo coro, è incredula quando nella sua segreteria telefonica trova la mia voce rotta dall’emozione, che le comunica questa magnifica novità!
E così ci troviamo a Bologna, felici ed emozionate, a sederci sui banchetti dell’aula delle prove del Piccolo coro, ad assistere alle puntate nella platea del Teatro dell’Antoniano, ad entrare con gli altri autori negli studi televisivi per la diretta in mondovisione su rai 1. Troppo bello sentire la propria canzone cantata dal Piccolo Coro, splendidamente arrangiata da Stefano Berzan! E che piacevole stupore trovare tra i crediti della nostra canzone nel CD il nome di Faso di Elio e le Storie Tese, che ha suonato il basso elettrico nella registrazione della base!
Tra l’altro Barzan ci fa anche la graditissima sorpresa qualche mese dopo di postare su Youtube una sua geniale versione a cappella della nostra canzone.
E ancora che piacere aver modo di conoscere personalmente tutto lo staff dell’Antoniano, accogliente ed efficiente, e tanti tanti autori con i quali un po’ alla volta si intrecciano rapporti di amicizia e di collaborazione, grazie anche ai social che avvicinano chi abita lontano!
Un capitolo a parte meriterebbe il fantastico rapporto che si instaura con i piccoli interpreti delle canzoni e con le loro famiglie, nel nostro caso in particolare con Gabriel Nardon, il dolcissimo bravo interprete della nostra canzone, che all’epoca aveva sei anni, e con la sua fantastica famiglia, con la quale è nato un bellissimo rapporto di amicizia che continua tutt’oggi anche con i rispettivi famigliari.
Proprio durante gli incontri del 57′ Zecchino d’oro conosco anche il musicista Alessandro Visintainer e sono travolta dalla sua prorompente ed impertinente simpatia. A lui piace la mia canzone in gara, a me piace la sua “Il domani” (da lui firmata con i mitici Vaschetti e Grottoli), vincitrice dello Zecchino d’argento. Lui trentino- bolognese, io trevigiana-padovana. Alex, che ha il selfie facile, fa un video scherzoso in cui riprende lui e me alla fine della manifestazione, tutti euforici, scherzosi e piuttosto dialettofoni. Lui dice più o meno: “E la prosima canson la scrivem insema”, la scriviamo insieme la prossima canzone, ed io rispondo: ” Va ben, d’acordo!”. Detto fatto! Abbiamo mantenuto il proposito ed infatti quest’anno al 61′ Zecchino d’oro siamo in gara con la canzone “Napoleone va in pensione”, di cui io ho scritto il testo e lui la musica!
È a lui che è toccato ricevere a febbraio di quest’anno la fatidica telefonata, stavolta da parte di Padre Cavalli, e a me di essere incredula quando Alex mi riferisce la bella notizia!
Il resto è storia dei nostri giorni che deve ancora essere scritta…
Una cosa è certa: quando ho avuto la fortuna di entrare direttamente nel cuore dello Zecchino, il mondo dello Zecchino è entrato ancora più profondamente nel mio cuore!
Valeria Bolani

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