IL MIO SALUTO A FRATE CASPOLI

IL MIO SALUTO A FRATE CASPOLI

Martedì 13 Settembre, dopo la lezione, Frate Caspol, il direttore dell’Antoniano, ha riunito nella scuola tutto il coro con i genitori, per salutarci. Ha parlato velocemente, raccontando di aver preso parte all’Antoniano per 16 anni e ringraziandoci per le ultime grandi e belle novità recenti (il viaggio in Cina dello scorso dicembre e molte altre attività). Ha spiegato che accompagnerà il direttore entrante, fra Giampaolo Cavalli, fino a dicembre e che certamente si troverà bene in una città come la nostra, così accogliente. Ha spiegato che in questi anni, non ci siamo conosciuti granché, perché doveva stare dietro a molte cose ma che il viaggio in Cina è stato una bella occasione. Mentre parlava ero seduta nell’ultima fila dei banchi ed ero molto emozionata perché stavo facendo parte di un altro grande e importante cambiamento. Sul finale fr. Alessandro si è dileguato frettolosamente, dicendo che non gli piacevano i saluti. Mi ha preso alla sprovvista e quando sono uscita dall’aula, non c’era più. Ho continuato a cercarlo in tutto l’edificio facendo il giro dal cinema ma, niente, non c’era. Infine ho chiesto in portineria a quel signore sempre gentile che mi ha detto che era appena uscito in bici. Correndo ancora più veloce verso l’uscita, l’ho visto che era già alla fine di Via Guinizelli, così l’ho chiamato urlando il suo nome. Nel buio si è fermato, ha girato la testa e da lontano non capiva chi fossi ma avvicinandomi mi ha riconosciuta. Quindi, col fiatone, ho aperto la mia borsa per tirare  fuori la busta in juta, cucita nel pomeriggio frettolosamente, col filo giallo del nuovo Antoniano. Lui allora mi ha chiesto se era il mio libro di cui aveva sentito parlare. Mi sentivo stupida ma anche coraggiosa, mentre glielo porgevo dicendogli che era il mio regalo per lui, che se ne andava. Lui ha cercato di sdrammatizzare, dicendo che sarebbe rimasto fino a dicembre ma io, gli ho ribadito che per me era importante darglielo proprio quel giorno. Dopo il senso d’inadeguatezza, ha prevalso in me la soddisfazione perché, pur non sapendo tutto quello che può essere successo di bello e brutto in negli anni della sua direzione all’Antoniano, mi sembrava giusto lasciargli un presente, un simbolo, un saluto. Proprio a lui che aveva voltato pagina con la storia, gliene rendevo una parte.

Francesca Bernardi

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