IL FESTIVAL DI BOLOGNA: LA GIOIA DI CANTARE NON HA LIMITI di Leena Sirkiä

IL FESTIVAL DI BOLOGNA: LA GIOIA DI CANTARE NON HA LIMITI di Leena Sirkiä

Traduzione di Leena De Blasio

(La didascalia sulla pagina dell’inserto: Katariina Lantto da Salo ha rappresentato la Finlandia al festival canoro di Bologna. Leggi di più sulle pagine 20-23.)

Articolo tratto dalla rivista Koululainen (“Lo scolaro”) di febbraio 1992

IL FESTIVAL DI BOLOGNA: LA GIOIA DI CANTARE NON HA LIMITI Testo e immagini: Leena Sirkiä
Fantastico, meraviglioso, stupendo! Così hanno descritto la loro esperienza i 16 bambini canterini che si sono esibiti in un festival di canzoni per bambini organizzato dall’UNICEF, a Bologna, in Italia. Le esibizioni dei piccoli solisti entusiasti sprizzavano di gioia di canto.
Lo Zecchino d’Oro è una festa canora annuale internazionale che decine di milioni di bambini di tutto il mondo seguono in televisione.
Oltre ai bambini italiani vengono sempre invitati anche dei bambini stranieri. Questa volta i bambini provenivano dal Giappone, dall’Australia, dallo Zaire, dal Portogallo e dalla Svizzera. E come ciliegina sulla torta, anche la Finlandia, dopo molti anni, ha avuto la sua rappresentante: Katariina Lantto, una bambina di sette anni che fa la prima elementare, dalla città di Salo.

(La didascalia sulla pagina 20: Katariina, il coro e un grandissimo pubblico – alcune decine di milioni di telespettatori.)


CANTARE, CANTARE E ANCORA CANTARE DALLA MATTINA ALLA SERA
Le prime prove, che sono durate due settimane, si sono svolte a settembre. La canzone di Katariina, Al luna park, scritta da Keijo Laitinen, così come quelle dei solisti stranieri erano state tradotte in italiano. Poi le si dovevano imparare a cantare in italiano.

UNA SCUOLA E UNO STUDIO TELEVISIVO IN UN CONVENTO DEI FRATI
Il luogo della festa canora era l’Antoniano, un convento francescano, dove si organizzano ogni anno anche altri eventi per bambini e ragazzi. Ed era lì che i bambini di tanti paesi e di colori diversi correvano di qua e di là tra i frati in tonache marroni! Nel convento c’è anche uno studio televisivo in cui è stato registrato il programma che si può vedere anche in Finlandia.
“Una volta quando un frate è partito in bici, noi l’abbiamo filmato”, ha detto Katariina che si è molto innamorata di questi gentili signori.
Nella scuola del convento si potevano fare anche i compiti se c’era tempo, o se ci si riusciva a concentrare mentre gli altri provavano la loro canzone.

UNA PRELIBATEZZA DI CAMEMORO DALLA FINLANDIA
Come avrebbe potuto sapere un camemoro del Nord mentre cresceva nella palude che sarebbe finito in Italia e nella bocca di un bimbo zairese o di una bimba australiana? Tutti gli stranieri erano stati pregati di preparare un piatto tipico del loro paese per la cena di benvenuto. La mamma di Katariina aveva portato del leipäjuusto (un formaggio finlandese tradizionale, nota del traduttore), dei camemori e della panna da montare. Le donne della famiglia Lantto − la mamma, Katariina e la sorella Johanna, 13 anni, che era venuta a Bologna con loro − hanno preparato un dolce per 80 persone con gli antichi utensili del convento. Avranno impiegato molto tempo a montare quella panna!
Katariina ha fatto l’amicizia sia con i bambini italiani che con quelli stranieri anche se non avevano una lingua in comune. “Quando loro gesticolano con le mani, così si capisce già qualcosa. E poi quando si sa come si dicono “sì” e “no”, anche quello aiuta molto.  Poi io ho insegnato agli altri dei giochi di battimani”, ha spiegato Katariina.
I giochi di battimani sono quei giochi che si fanno cantando una filastrocca e battendo le mani contro quelle di un amico e sulle proprie ginocchia.

IL DENTE VOLEVA SORPRENDERE
Katariina non era emozionata prima della sua esibizione. “La cosa più bella qui è stata cantare per un pubblico grande. E non ero per niente emozionata perché avevo cantato quella canzone così tante volte”, ha detto Katariina le cui esibizioni sono andate in modo splendido ogni volta.
Eppure per una cosa la famiglia Lantto si è sentita in ansia. Katariina aveva un incisivo che dondolava. Ma per fortuna non è caduto prima del suo tempo. “Non sarebbe stato possibile pronunciare bene l’italiano se quel dente avesse deciso di cadere durante la trasmissione”, ha detto la mamma di Katariina che, finita l’ultima esibizione, l’ha strappato via.

JUDO, GOLF E PATTINAGGIO A ROTELLE
Per la maggior parte dei bambini che hanno partecipato alla festa canora, la musica è certamente il passatempo più importante. Ma quasi tutti hanno anche degli animali domestici: gatti, cani, cavalli, conigli, pesci, uccelli o tartarughe.
Quasi tutti fanno anche dello sport. C’è chi gioca a pallone o fa dello sci alpino o quello di fondo. Il bimbo zairese fa del judo e la bambina giapponese sta imparando ad andare su pattini a rotelle. Molte delle bimbe fanno della ginnastica o della danza classica − e aiutano la loro mamma nei lavori domestici. Katariina era l’unica del gruppo a giocare a golf − quello sarà un hobby più per adulti − e a pattinare sui pattini “veri”.
Molti avevano già pensato a cosa avrebbero fatto da grandi. Mimako dal Giappone ha detto di voler diventare mamma e avere tanti figli, mentre Vanessa dal Portogallo sogna di diventare medico. A Francesco piacciono i macchinari e da grande vuole fare l’ingegnere o l’architetto. Katariina vuole fare la cantante, se poi non opterà per una carriera da maestra o da parrucchiera.

(La didascalia della prima foto sulla pagina 22: I bambini che sono stati scelti a cantare nel Piccolo Coro prendono il loro impegno sul serio, e molti da grande diventano musicisti.)
(La didascalia della seconda foto sulla pagina 22: Un bambino simpatico di nome Filippo ha cantato la canzone vincitrice di quest’anno.)

I CORISTI SOTTO UNA DISCIPLINA FERREA
Tutti i solisti erano accompagnati dal coro infantile dell’Antoniano di bravura mondiale, formato da bambine e anche da alcuni bambini bolognesi. Tutti e i 50 coristi sono stati sottoposti a dei provini molto duri prima di essere stati accettati al coro. Cantare nel coro è un incarico d’onore molto aspirato. E quando ci si è dentro, si prova per due ore per tutti i giorni dell’anno perché le esibizioni sono tante.
Il coro è stato fondato nel 1963 ed è stato diretto sin dall’inizio da Mariele Ventre, una donna piccola e gracile che sa però essere molto severa quando ce n’è bisogno. Mariele ama i suoi piccoli alunni più di ogni altra cosa anche se qualche volta può dare uno schiaffo a un corista disobbediente. E i bambini, a dir poco, adorano la loro direttrice!

I PIÙ BEI GIORNI DELL’ANNO
Il padre dello Zecchino d’Oro è Cino Tortorella, regista teatrale e televisivo, che conduce tutte le trasmissioni televisive dell’evento.
Oggigiorno questa festa canora è già conosciuta in tutto il mondo. In Italia i bambini aspettano le trasmissioni con lo stesso entusiasmo con cui aspettano il Babbo Natale. Ed è proprio come  il Natale si stesse già avvicinando: per quattro giorni, per un’ora e mezza, i bambini cantano per bambini. La musica è una lingua internazionale che tutti i bambini di età, razze e lingue diverse capiscono.

AIUTO PER I BAMBINI DEL BANGLADESH
Lo Zecchino d’Oro viene patrocinato dall’UNICEF. Durante il festival sono stati raccolti dei fondi per aiutare i bambini del Bangladesh dove l’anno scorso c’è stato un ciclone furioso che ha causato delle enormi inondazioni.

SIAMO AMICI!
Il festival canoro è anche un concorso. Le giurie formate da bimbi di nazionalità diverse hanno votato le canzoni e hanno scelto la migliore. Il primo premio è stato assegnato alla canzone Monta in mountain-bike, cantata da Filippo Gasparre, 5 anni. Nella canzone si consiglia ai genitori di lasciare per una volta la macchina a casa e di andare a fare una gita in bici nella natura.

(La didascalia della foto sulla pagina 23: Le telecamere hanno seguito i solisti dappertutto e i giornali italiani hanno pubblicato così tanti articoli sullo Zecchino d’Oro che tutti i partecipanti sono diventati famosi a livello locale.) 

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