CONCERTO DEL 1 GIUGNO A SALUZZO

CONCERTO DEL 1 GIUGNO A SALUZZO

Il cielo alle 5 è profumato e frizzante. Tutto quel silenzio riempie di benessere. La sera prima avevo già preparato tutto e a ogni viaggio cala l’ansia., forse perché ho capito che le cose da prendere sono sempre le stesse: “Le divise, le scarpe, i calzini, i fiocchi, la spazzola, la borsa con le vivande e l’acqua, i loro zainetti, la mia borsa.” Sola, in cucina, ho bevuto tisana, caffè e yogurt.
Gli zucchetti si sono alzati velocemente ma la stanchezza li ha traditi in bagno, quando si sono messi a litigare per il dentifricio. Alle 6 siamo passati a prendere un’altra bimba, affidatami per la prima volta. La strada era deserta e abbiamo incontrato una lepre meravigliosa che a balzi ha attraversato a pochi metri dall’auto, quindi siamo arrivati in anticipo al ritrovo. Appena sono sbucati i pullman abbiamo raggiunto quello prestabilito. Stavolta c’erano molti assenti, un po’ per vari impegni un po’ per la lunghezza del viaggio di ore “cinque”. Non lo trovo corretto ma ora funziona così… Ho cambiato compagna di posto e sono stata benissimo, meravigliandomi che
le amicizie di mia figlia, combacino con le mie! Gli altri vicini di posto, erano genitori che di solito non frequento e c’è stato un semplice scambio di educazione. Ho provato a tastare il terreno con “un vecchio” ma ho capito benissimo che non si voleva sbilanciare ma comunque sia, prima di
fare delle scelte di compagnia è bene provare a conoscere tutti. Infatti l’esperienza corale, costringe ad una distanza ravvicinata con tante persone ed è una palestra perfetta per imparare a fare gruppo. Siamo in tanti e le possibilità di scambio sono molteplici quindi, più si è curiosi e più si possono ricevere sorprese. Gradatamente stanno crollando i muri tra “vecchi e nuovi” e anche noi iniziamo a sentirci parte del gruppo anche se alcune mamme continuano a “snobbare” ma poco importa. La difficoltà consiste nel non fermarsi all’apparenza.
Durante il viaggio i bimbi sono stati nei posti in fondo e si sono mescolati a meraviglia.
Io ho chiacchierato, letto, messaggiato, navigato, sgranocchiato crusca, senza fretta.
La torinese mi ha scritto che sarebbe venuta al concerto e ci siamo scambiate i numeri per Whatsapparci. Zucchetta si è sentita male e per un po’ ha cambiato posto, mettendosi davanti di fianco alla direttrice, visibilmente stanca. Poi poco prima di arrivare al parcheggio, ci hanno fatto scendere in uno spiazzo laterale, perché doveva rimettere e incredibilmente il pullman ha tirato dritto, lasciando tutti allibiti, me per prima…Zucchetta si è ripresa ed abbiamo raggiunto il posteggio a piedi. Ho poi saputo che è stata un ordine della direttrice di proseguire perché tanto il posto era vicino. Mica tanto!…ci sono rimasta molto male anche se comprendevo l’esigenza di rispettare la tabella di marcia. Magari bastava una frase di avvertimento o anche solo qualcuno che stesse con noi, perché se mia figlia fosse stata veramente male? Non avevo nemmeno la borsa per avvisare qualcuno. Con mia figlia non ho detto nulla anche se credo abbia percepito comunque il mio stato d’animo innervosito.
Dopodiché abbiamo raggiunto a piedi il Palasport dove hanno fatto le prove e i bimbi erano spappolati dal viaggio. La direttrice era pallida e nervosa, come spesso accade durante le prove e
i suoi modi sono diretti, schietti e rigidi. Se c’é da sostituire un bambino che non canta bene, non ci sono problemi né sentimentalismi. Forse il suo segreto é quello di non sottovalutare i bambini e di non farsi troppo coinvolgere, concentrandosi sulle loro potenzialità anche mettendoli sotto pressione ma qualche volta, da genitore, è difficile da digerire. Durante i concerti sorride e il suo affetto per i bimbi, lo esprime nei buffetti o nelle toccate di capelli.
Dopo le prove siamo corsi a mangiare in un ristorante alquanto raffinato. Io sono finita di fianco ad una famiglia con cui non avevo mai parlato e ho scoperto due persone deliziose. La madre mi ha raccontato della favola che aveva inventato alla figlia per le selezioni del coro che fece quattro anni fa. La storia era che ogni provino cui veniva chiamata la bambina, lei le diceva che era un “piccolo zecchino” a cui partecipava! Una storia magica… I bimbi a tavola erano agitati e si alzavano in continuazione mentre io cercavo d’imbastire un discorso decente tra gli effetti del vino rosso e l’adrenalina da viaggio. Dopo pranzo é giunto il momento che più temevo: “la vestizione”. A sto giro ne avevo tre da preparare: Zucchetta che sparpagliava i suoi vestiti in giro, la bimba che non le si chiudeva l’abito e Zucchetto che diceva che dovevo trattarlo meglio. Il tutto in uno spazio di dieci centimetri con l’ansia di dimenticare qualche pezzo in giro tra scarpe calzini umidicci e vestiti sgualciti. Per la pettinatura mi sono tolta un peso, visto che Zucchetta ha trovato tra le bambine, la sua parrucchiera personale che é libera di tirarle i capelli quanto vuole o di farle righe storte senza scene isteriche. Fantastico delegare queste cose! Una volta cambiati siamo corsi al pullman per tornare al palazzetto dove si svolgeva il concerto. Io sembravo una disperata con tutte le borse e i bambini che pretendevo appiccicati… Nel frattempo, la mamma della bimba affidatami, mi aveva già chiamato una decina di volte, denotando una certa predisposizione all’ansia…e io che credevo di essere esagerata! Arrivati sul posto, hanno deciso di togliere il copri spalla della divisa con conseguente rincorsa alle borse per piazzarli…insomma, un continuo esercizio di velocità e prontezza. Finalmente il palazzetto era pieno e dopo qualche complimento alla fine ho accettato il posto in prima fila tenutomi dalla torinese che era stata così premurosa. Ho rivisto le sue bimbe e ancora una volta mi ha stupito la sua passione per il coro da bimba a mamma. Per un attimo ho immaginato Mariele seduta vicino a noi, contenta di vederci vicine…

Finalmente è iniziato il concerto nella solita mescolanza di gioia mista a turbamento. Ma non potrei semplicemente godermi lo spettacolo? Impossibile. I bimbi sono usciti accompagnati dalla sigla “Siamo noi lo Zecchino siamo noi” e hanno raggiunto il palco. Hanno cantato bene e la presentatrice diceva i titoli dei brani tre alla volta. Poi ha fatto qualche domanda improvvisata ai bambini, tipo: “Che cosa consiglieresti di mangiare a Bologna al ristorante?” E  Zucchetto senza alcun dubbio ha risposto: ”Cinese!” tra le risate generali. Che tipo…
Durante il concerto ho ascoltato canzoni nuove ed é stato stupendo scoprirle e pensare che i bimbi le hanno imparate ad una velocità incredibile continuando a stupirmi…
Anche se il tempo é scivolato ad una velocità inspiegabile, alla fine ne sono uscita distrutta, come se su quel palco ci fossi salita anch’io!  Con la torinese ci siamo salutate attraverso gli occhi lucidi mentre lei affermava che la “voce del coro” é sempre la stessa… Finito il concerto, la bimba affidatami doveva andare in bagno per la centesima volta ma chiaramente era lontano dai pullman che poi correndo abbiamo raggiunto, stavolta con la paura di rimanere giù…
Eccoci di nuovo sul pullman a cercare di cambiare i vestiti tra una poltrona e l’altra mentre Zucchetto era in crisi d’astinenza da protesi tecnologica e Zucchetta voleva scendere a vedere le mucche! Dopodichè alla prima sosta abbiamo cenato con il sacco datoci dall’organizzazione tra i vari commenti sul contenuto (due panini, acqua, wafer, succo di pera, mela) e sull’uscita del “cinese” di Zucchetto che si ricordavano tutti! La direttrice è tornata scherzosa e rilassatamente chiacchierava con i bambini seduta per terra…

Infine ancora in viaggio tra le chiacchiere fitte con la mia compagna e i pensieri rimbombanti nella testa. Zucchetta ha fatto nuove amicizie e finalmente ha preso posto tra due bimbi! Zucchetto giocava con tante bimbe e sembrava proprio a suo agio. Noi mamme abbiamo creato un gruppo su Whatsapp e scherzavamo con vari commenti sul concerto mentre una ci ha girato delle foto di fan che ha trovato su Facebook perché la cosa più incredibile é che di questo concerto non c’era nessuna informazione nemmeno sul sito ufficiale, una comunicazione inesistente…indubbiamente dovrei limitarmi a fare la accompagnatrice ma certe mancanze sono talmente evidenti…

Siamo tornati a casa alle 23 passate e i bimbi si sono addormentati in macchina, in ascensore, sul divano, in bagno e finalmente nel loro letto! Comunque é stato bello, ancora, nonostante le dieci ore di pullman, nonostante tutto.
La Passione é il motore delle cose belle.

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