I BOCCIOLI DI MARIELE di Gino Covili

I BOCCIOLI DI MARIELE di Gino Covili

ESTRATTO DAL LIBRO: “Mariele” di Berardo Rossi – Edizioni San Paolo

“I boccioli di Mariele”, così Gino Covili ha intitolato il grande quadro (cm 140×140, tela, tecnica mista – 1997). L’abituale grinta di Covili in quest’opera si stempera, senza perdere forza, in una grande dolcezza. I bambini di tutte le razze compongono un mazzo con i fiori caratteristici delle varie zone del mondo.
Donando il dipinto il 4 ottobre 1997, Gino Covili scriveva: Caro padre Berardo, desidero scriverti questa lettera nel giorno della festa di San Francesco, anche se la riceverai solo lunedì prossimo quando ti verrà consegnato il quadro I “boccioli” di Mariele, che tu hai già avuto modo di vedere. con questo omaggio a Mariele ho inteso testimoniare con il linguaggio che mi è proprio, la stima e l’affetto che conservo verso di lei che, grazie alla tua amicizia, ho avuto modo di conoscere e di frequentare in diverse occasioni, apprezzando le sue qualità artistiche e la sua straordinaria sensibilità. Sono felice di donare l’opera all’Antoniano, perchè anche attraverso questa mia testimonianza Mariele possa “rivivere” tra noi e soprattutto tra i bambini che frequentano e respirano “l’aria dell’Antoniano” e ai quali Mariele ha dedicato una vita intera con amore e intelligenza. Un caro saluto e abbraccio.

Gino Covili.


ESTRATTO DALLA RIVISTA DELLA FONDAZIONE MARIELE VENTRE: “Mariele” – Giugno 2018

“Covili, visionario resistente”

Il 19 maggio 2018 è stata inaugurata a Porretta Terme (Bologna) la mostra evento nelle terre dell’Alto Reno Covili, visionario resistente che rimarrà aperta fino al 15 agosto 2018. La mostra è stata promossa e realizzata in occasione del 100° anniversario della nascita del pittore da BBC Alto Reno con la collaborazione di CoviliArte.
Mi fa piacere considerare “anche nostro”, cioè della famiglia Ventre e della Fondazione Mariele Ventre, questo prestigioso evento, per lo stretto rapporto sempre esistito tra il grande Gino Covili, padre Berardo Rossi e mia sorella Mariele.
Con Covili padre Berardo aveva in comune il grande amore per la loro terra d’origine, Pavullo nel Frignano, accresciuto dalla reciproca stima e cementato negli anni da varie iniziative di cui si è fatto promotore e artefice. Tra tutte cito le importanti mostre – con i relativi cataloghi – sul ciclo pittorico Francesco all’Antoniano di Bologna nel 1995 – 1996, nella Repubblica di San Marino nel 1997 e a Modena nel 1999 – 2000, e la pubblicazione Francesco di Gino Covili – testi di Guglielmo Zucconi, Rizzoli 1994 R.C.S. Libri & Grandi Opere – e credo si possa affermare che per il meraviglioso ciclo dedicato al santo di Assisi la consulenza preziosa e qualificata dell’amico francescano padre Berardo sia stata importante per l’artista.
Mariele, frequentando la famiglia Covili ogni estate durante le sue brevi ma intensamente vissute vacanze a Pavullo, era diventata amica dell’amata moglie Albertina, dei figli e dei nipoti.
Covili ha ricambiato l’affetto di Mariele dedicandole, poco tempo dopo la sua scomparsa, una tela di cm. 140×140: I boccioli di Mariele. Raffigura Mariele in mezzo ai suoi bambini di ogni razza e colore che cantano “al suono” delle sue mani. È significativo che nella seconda pagina di copertina del catalogo della mostra della Repubblica di San Marino sia riprodotta una fotografia dell’artista vicino all’opera dedicata a Mariele, con le parole di commento scritte da padre Berardo nella presentazione: “…il pittore dei contadini dai torsi irsuti di aculei e dalle mani ingigantite a pale, ha creato un’opera di commossa purezza, di virginea gentilezza, dando alle belle mani di Mariele il volo delle farfalle e delle note musicali”.
La tela I boccioli di Mariele occupa il posto d’onore nella sede della Fondazione Mariele Ventre.
Così come un’altra tela di Covili occupa il posto d’onore in casa Ventre dopo averlo occupato per tanti anni nel mio studio professionale: La monta, 1971, olio su tela, cm. 90 x 120. L’opera rappresenta una scena contadina molto “vera” ed è stata particolarmente amata dall’autore che, come mi ha sempre detto il figlio Vladimiro, se ne staccò con grande fatica, per acconsentire alla mia richiesta.
Per la verità, ebbi qualche difficoltà nel sistemarla nel luogo da me prescelto nello studio, cioè nella parete alle spalle della mia poltrona, perché nella parete di fronte era  appesa una tavola del ‘600 raffigurante la Madonna col Bambino. Mio papà, con il quale dividevo lo studio, trovava la sistemazione “irriverente” nei confronti della Madonna. Ma la bellezza del dipinto di Covili e l’ammirazione che esprimevano i clienti che frequentavano lo studio, gli fecero prest cambiare idea.

Maria Antonietta Ventre

 

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