Tratto dal libro “Mariele” di Padre Berardo Rossi:

Viviana era semplice e vispa, i capelli dritti di colore biondo grano. Quando fu davanti alla commissione che doveva scegliere i bambini , Mariele e il M° Martelli dissero a una voce: “Questa sembra proprio un pulcino
appena uscito dal guscio”.
Poi, rivolti a Viviana, in tono tanto entusiasta che alla bambina parve quasi minaccioso, le dissero: “Guai a te se non canti bene!”.

Cantava benissimo, era intonata e aveva una voce dal timbro particolare, molto adatta alla canzone. Mariele scherzò: “Male, male, male! E allora signorina come la mettiamo? Sei brutta, sei antipatica, sei vecchia, sei stonata…Come la mettiamo?”. Viviana non drammatizzò: “Fa niente. La zia mi ha detto che, se non mi prendono a cantare, facciamo una bella passeggiata a vedere Bologna, e poi torniamo a Bernareggio”.
Rimase a bologna, entusiasmò i telespettatori di mezzo mondo, fu portata in Germania negli stabilimenti della Volkswagen a cantare per gli operai italiani. Era tempo di Natale e lei e sua mamma ne approfittarono per andare in giro a guardare le vetrine. La mamma trovò un bel braccialetto d’argento per Viviana. La bimba s’illuminò di gioia come le luminarie roteanti del negozio; però disse: “mamma, ne voglio anche un altro, più grande da portare alla signorina Mariele”.