ESSERE SOPRA LE RIGHE E NON DENTRO AI QUADRETTI

ESSERE SOPRA LE RIGHE E NON DENTRO AI QUADRETTI

Eccoci proprio “sotto al palco” di Piazza Maggiore, per il concertone dello Stato Sociale, noi genitori del Piccolo Coro, increduli. Come tutti i fans più accaniti abbiamo raggiunto la posizione migliore grazie al PASS GUEST. Mentre cerchiamo di capire come disporci, la maschera (la stessa dello studio televisivo!) urla sbracciandosi che dobbiamo uscire da quella zona. Era troppo bello per essere vero e ancora una volta invidio fortemente lo staff per la posizione ravvicinata. Così cerco di non rovinarmi la serata e sfruttando la mia piccolezza, m’intrufolo con grinta in mezzo alla folla mentre mio marito m’insegue rassegnato. Subito dopo si sentono le prime note della sigla: ” Siamo noi lo Zecchino siamo noi…”e penso che sia poi naturale che il pubblico lo nomini “il coro dello Zecchino…!” Sfumature. Macché sfumature!
Ma a quel punto accantono le polemiche perché è troppa la gioia di ascoltare il Piccolo Coro “Mariele Ventre” diretto da Sabrina Simoni (lo so anch’io che è un nome lungo ma lo sono anche 55 anni di storia!) nella piazza più importante del mondo, il mio mondo: Bologna! Devo ammettere che questa accoppiata “Lo Stato Sociale” col “Piccolo Coro” mi lascia perplessa per i due pubblici che deve unire ma per quanto “forte”, è un bell’esempio di tolleranza. Una specie di Don Peppone e Camillo? Macchè Camillo! Camomillo come il torero…

Il  Piccolo Coro “Mariele Ventre” diretto da Sabrina Simoni canta:

IL COCCODRILLO COME FA?
UNA PAROLA MAGICA
MEDLEY STORICO ZECCHINO D’ORO
MEDITERRANEAMENTE
MEDLEY RECENTE ZECCHINO D’ORO

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Intorno a noi solo ragazzi di tutte le età. Mi aspetto il peggio quando invece cantano ballando felici come bambini “Il coccodrillo come fa” e ascoltano con attenzione “Una parola magica” mentre volano complimenti intorno che raccolgo contenta, perché si sa che a quell’età i ragazzini sono spietati e non regalano niente. Solo una ragazza dice “abbiamo sbagliato concerto” con tono acidino per poi ricredersi dopo i primi ritornelli. E io sto attenta osservando incredula la partecipazione che mi circonda, mi abbraccia, mi stringe il cuore, regalando sorrisi a tutti quelli che si uniscono al coro. E poi adesso invece, sono contenta di non essere sotto al palco ma proprio “dentro al concerto” anche se non vedo quasi nulla, sono accaldata e stanca. Le canto tutte e mi guardo con gli occhi esterni, vedendomi come una madre patetica che segue il figlio, proiezione dei suoi desideri. Poi arriva l’altra me, quella che se ne frega e godo dell’euforia e della gioia di mio figlio quando canta.

Mi piace che nella mia città ci sia partecipazione, mi piace quando le persone si accorgono della bravura del coro e della professionalità del Maestro Sabrina Simoni (che quando viene nominato “Sabry” non ne capisco il senso.”) Ci risiamo? Non riesci proprio a stare zitta?” ”
No, non sarei io…e poi se si tollerano tutte le parolacce dello Stato Sociale…!”

E poi decido di partecipare a questa specie di rito primitivo che è stare in mezzo a una folla di gente, per l’esattezza 12.500 persone. Mi sembra giusto ripagare questo pubblico entusiasta con la stessa moneta e invece di raggiungere una posizione comoda, voglio ascoltare, ballare, cantare e saltare dall’inizio alla fine, le canzoni dello Stato Sociale visto che non le conosco.
Il primo brano è tutto un “mi sono rotto il c…o” (scopro poi che era di De Andrè!!!!) e rido tra me e me pensando a Daniela…intanto devo stare attenta nei momenti di “salto di gruppo” a non farmi schiacciare come una formica! E dopo un po’ il mio animo ribelle si risveglia orgoglioso, regalandomi la sensazione di essere tra le più giovani spettatrici. Tanti testi, tanti concetti li sento miei dandomi la prospettiva di quanto sia fondamentale credere in se stessi, avere una direzione, essere sopra le righe e non dentro ai quadretti.
Questo concerto mi piace anche se non capisco certe parole, non apprezzo granché certe canzoni ma la voce di Lodo è piacevole, intonata.

 

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Poi c’è il finalone cantato dallo Stato Sociale col Piccolo Coro “Mariele Ventre” che scatena la folla con “Una vita in vacanza” mentre scatenata, sventolo la t-shirt “Voglio fare il baby-pensionato” pastrocchiata a pennarello qualche tempo fa.


Sto bene, tremendamente bene in questa dimensione musicale in una serata d’estate all’aperto mentre le statue sopra a San Petronio sembrano proprio rivolte verso il palco ad ascoltare il concerto.
E mi dico che ci può sempre essere un tempo migliore anche grazie alla musica!

Francesca Bernardi

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