Disconoscenza snob

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PUNTATA VIA DEI MATTI N°0
https://www.raiplay.it/video/2021/04/Via-Dei-Matti-n0-753f4652-797f-460b-b0f7-cda46a618e9e.html

Nella puntata di ieri della trasmissione “Via Dei Matti n°0”, i conduttori Stefano Bollani e Valentina Cenni, trattano il tema “viaggio nella musica per bambini”. La prima canzone che ci fanno ascoltare è “La tartaruga” del 1975 di Bruno Lauzi (autore nel 1977 del 20° Zecchino d’Oro con “La buona volontà” e nel 2002 alla 45° edizione con “La gallina brasiliana) seguito da un accenno della filastrocca “Ambarabaccicciccoccò”. Segue il brano “My Name is Potato” che nel 1977 cantava la Pavone, immersa nei disegni animati creati da Bruno Bozzetto poi “Lo stretto indispensabile” del 1967, creata per il lungometraggio animato della Disney Il libro della giungla. Sempre sul tema Disney, si parla delle canzoni degli Aristogatti e di Fantasia per balzare fino alla sigla “The Simpsons Theme” del 1989, dell’omonimo cartone animato. L’ospite della puntata è Samuele Bersani che racconta il suo terrore da bambino, per i bambini dello Zecchino d’Oro, visti come dei sacrificati in competizione già uno con l’altro troppo presto, definendola “competizione minorile”. Mentre la conduttrice sostiene la sua teoria sulla competizione, nemmeno Bollani interviene per chiarire che allo Zecchino d’Oro gareggiano le canzoni e non i bambini, magari non lo sa neanche lui…

Bersani canta la sua “Coccodrilli” del 1997 (da non confondere con Cocco e Drilli) che d’infantile ha solo il titolo e un pezzetto di “Alla fiera dell’est” di Branduardi, il suo primo vero amore musicale. Bersani nomina poi “Bocca di rosa” del 1967 di De Andrè e racconta che le canzoni erano il suo cinema, quindi viene spontaneo chiedersi quale film vedesse nel suo immaginario di bambino con questa canzone…infine racconta il suo incontro con Lucio Dalla (autore nel 2002 del 45° Zecchino d’Oro con “Nonni Nonni”) e il suo esordio con il brano “Il mostro” del 1992. Dopodiché parte una carrellata di sigle di cartoni animati, tutti rigorosamente stranieri, come “The Flinstones”, “Loonely Tunes”, “Bugs Bunny”, “Duffy Duck”, “Tom e Jerry”. Le canzoni riportate al di là della datazione, sono per la maggior parte sigle di cartoni animati, quindi il tema “viaggio nella musica per bambini” forse andava cambiato, tralasciando la musica fine a sé stessa, quella che andrebbe ascoltata per farsi il proprio cinema, sullo stile di Bersani, alimentando l’immaginario infantile. L’ultima canzone, “Un signore di Scandicci” del 1974 di Rodari (e pensare che in questo momento “La speranza” sarebbe stata perfetta…).
Durante la trasmissione non mancano citazioni di Einstein, Platone e Claudio Abbado sul finale, parlando di musica come insegnamento all’ascolto e di conseguenza all’essere ascoltati. Si parla anche di appartenenza di un’orchestra, una band, un coro…e poteva essere l’occasione, almeno sul finale, di nominare l’Antoniano con il suo Piccolo Coro, che è stato il primo a pensare e produrre un repertorio musicale per bambini; che dal 1963 ad oggi, ha trattato molteplici stili musicali (ebbene sì, anche le canzoni Disney e pure un disco jazz con Pupi Avati) e intrapreso svariate collaborazioni in Italia e nel mondo coniugando la musica alla solidarietà. Lascia l’amaro in bocca ricordare che proprio mamma Rai, che esportò lo Zecchino d’Oro da un contesto “troppo commerciale” come il Salone del Bambino all’Antoniano, ad oggi, lo snobbi e nemmeno lo nomini.
E pensare che Bollani almeno una canzoncina la conosceva…

Stefano Bollani – 44 gatti

Francesca Bernardi

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