Le canzoni dello Zecchino d’Oro, patrimonio culturale italiano, raccontano il mondo infantile dalle generazioni degli anni sessanta ad oggi. Confrontando canzoni del passato con quelle attuali, si allarga lo sguardo sui cambiamenti sociali, di comunicazione e di valori nel tempo. Da “Papà ritorna bambino” a “Super babbo”, abbiamo due visioni dal bianco e nero al colore della figura paterna.
Nella canzone del 5° Zecchino d’Oro del 1963, “Papà ritorna bambino” (testo: Laura Zanin, musica: Aldo Buonocore, interprete: Andrea Ugulini) il papà alla sera è stanco e qualche volta dice di no così il figlio non sa insistere. Ma se ci sta è tanto bello giocare con papà che ritorna bambino, è felice e si sente un gran re. Giocano col pallone, col trenino e ai cow boys. Diventa un tenero amico che inventa giochi e favole mentre gli brillano gli occhi di gioia nei momenti lieti in cui si abbandona al mondo di favole d’oro.
Nella canzone vincitrice del 64° Zecchino d’Oro del 2021, “Super babbo” (testo: Marco Masini, Emiliano Cecere, Veronica Rauccio, musica: Marco Masini, Emiliano Cecere, Veronica Rauccio, interprete: Zoe Adamelli) il babbo è un eroe a cui assomigliare, sorridente, col sorriso più buono dei biscotti e il potere delle carezze. Porta il figlio a giocare, a volare insieme a lui, lo aiuta a studiare, gli insegna a cantare e pescare, a dire, fare, baciare, a guardare le cose da amare. Non si arrabbia, nasconde le bugie e ripara il cuore del figlio, non si stanca mai, non si arrende mai e vive soltanto per dargli certezze.
Francesca Bernardi
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