Il primo viaggio con il coro mi ha dato la misura di ciò che mi aspetta come accompagnatrice.
In realtà non si visita quasi nulla, non si scopre niente ma ci si fa “sballottare” da un posto all’altro senza pretese, nemmeno quella di poter assistere ai concerti. È un tipo di esperienza adatta a conoscere persone di tutti i tipi visto che i bimbi del coro sono circa una sessantina. Io ho parlato con vari genitori, perché mi piace spaziare e ho scoperto molte persone interessanti.
Dalla mamma “Zelig” a quella “lettrice dell’anima”, dalla madre “ossessiva” a quella “snob” in una miriade di personalità. Ma la sorpresa più grande è stata una mamma che detestavo. Mi faceva arrabbiare il fatto che non mi salutasse nonostante viviamo nello stesso paese. L’avevo giudicata per il suo aspetto insolito e la sua frettolosità mi dava fastidio ma mi sono dovuta ricredere.
L’altra sera mi sono offerta di portarle la bimba a casa dopo la lezione del coro e lei ha accettato di buon grado. Poi, in pullman, ci siamo sedute vicine visto che eravamo tra le poche a non essere accompagnate dai mariti e le quattro ore di viaggio, incredibilmente sono volate. Abbiamo chiacchierato fitto e nella tappa all’autogrill eravamo già diverse. Il viaggio di ritorno poi è stato da mal di pancia dalle risate perché questa donna ha un umorismo innato e una simpatia smisurata. Più ridevo e più mi raccontava i suoi aneddoti maldestri del quotidiano di una semplicità genuina e disarmante, ma le sorprese non sono finite e dopo le risate sono arrivate le confidenze, quelle della sua storia. Mi ha raccontato della sua terra, di ciò che ha lasciato e di quello che non vuole più. Diceva delle cose molto profonde, sdrammatizzate dal suo insolito modo di parlare. Ho capito ancora una volta che è orrendo giudicare le persone, ancora di più, senza neanche averle conosciute.
Quindi sono effettivamente dei viaggi ma nella conoscenza di altre persone.
Se ci si aspetta altro è meglio lasciar perdere.
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