Padre Berardo, fondatore dell’Antoniano e del Piccolo Coro, è stato una figura molto importante che ha cambiato la vita di tanti, compresa la mia. Aveva l’abitudine di inventare soprannomi per i bambini del coro che diventavano dei piccoli personaggi. Per anni l’ho vissuto nei corridoi della scuola, per le prove, durante i saggi, i concerti e gli innumerevoli eventi corali. Solo da adulta ho scoperto la miriade di cose che ha realizzato nel corso della sua vita. La voce bassa e la sua presenza imponente e solida, incutevano timore e sicurezza. Era come un grande albero (forse quello del campo dei miracoli che faceva crescere gli Zecchini d’Oro?) sul quale gli uccellini si posavano dopo i primi voli, gli stessi uccellini raffigurati sul distintivo del Piccolo Coro.
Il suo motto era: “Noi siamo l’Antoniano” che ripeteva in ogni occasione. Una frase che da bambina non capivo e ricordo con amarezza che da ragazzina, nelle visite sporadiche all’Antoniano, mi rimproverava di non andare mai. Una volta uscita dal coro, sono uscita definitivamente anche dall’Antoniano perché avevo bisogno di conoscere anche il resto del mondo. Forse,  per lui, era come non voler più far parte di quella grande famiglia.
Ma una famiglia te la porti dentro anche quando sei lontano.
Mi spiace non averglielo mai detto.

Francesca Bernardi