60 ZECCHINI DAL POSTO A41

60 ZECCHINI DAL POSTO A41

PUNTATA INTEGRALE 60 ZECCHINI

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Quella sera mi sentivo come se avessi bevuto, ubriaca di adrenalina.
Al pomeriggio i bimbi del coro avevano fatto le prove per la trasmissione serale e dopo cena, davanti all’albergo ci avevano distribuito a sorteggio, i biglietti per l’ingresso. Raggiunto lo studio abbiamo depositato giacca e borsa al guardaroba poi una ragazza ci ha accompagnato al posto. Poco prima di raggiungerlo abbiamo scherzato e io le ho detto che no, non l’avrei cambiato, infatti, senza saperlo era spettacolare! Mi trovavo in seconda fila, esattamente in mezzo, proprio di fronte al palco a pochissimi metri.

Posto

Il bello è che fino a che non è iniziata la trasmissione continuavo a ripetermi che no, mi avrebbero spostato. Ebbra di felicità, mi guardavo intorno e mi pregustavo la serata. Poco prima della diretta del programma “60 Zecchini” Carlo Conti scaldava il pubblico con grande naturalezza, minacciando d’invertire i posti con quelli in fondo se non avessimo applaudito abbastanza…mi trovavo dietro al Maestro Pinuccio Pirazzoli (arrangiatore di tutte le canzoni italiane dello Zecchino d’Oro tra il 1982 e il 1989) e mi piaceva seguirne le direttive…
Pirazzoli
Quindi è iniziato il galà dove personaggi dello spettacolo interpretavano dodici canzoni della memoria collettiva del patrimonio musicale dello Zecchino d’Oro, ahimè sempre le stesse. E mi è piaciuto sentirle ognuna così diversa da quella originale mentre guardavo gli attacchi che dava il Maestro Pirazzoli per ogni brano. Chiara è stata quella che ho preferito mentre Patty Pravo ha confessato di non averle neanche mai sentito le canzoni dello Zecchino d’Oro…Nino Frassica non si capiva se sbagliava per far ridere o se era talmente disinvolto da farlo passare per una gag e la sua esibizione sbagliata, ha fatto alzare tutti in piedi mentre i bambini erano sconcertati e sbalorditi…intanto la giuria criticava, apprezzava. Christian De Sica scherzava come in un salotto tra amici, definendo “schifezza” il caffè della Peppina ma con una tale spontaneità da poterci ridere sopra mentre Giovanni Allevi faceva gli interventi più seri e intelligenti. Iva Zanicchi raccontava di quella volta in cui il Piccolo Coro cantò al suo matrimonio celebrato da Padre Berardo. Proprio lei che nella mia stessa edizione cantò “Mamma tutto”, una delle prime canzoni straniere del 18° Zecchino d’Oro.

Poi all’improvviso un prezioso contributo a Mariele grazie ad un filmato con brevi scene emozionanti, di lei così giovane, vispa ed energica, con quell’accento stupendamente bolognese…

Ho rivisto con grande commozione anche Topo Gigio, compagno di tante puntate e di tanti strapazzamenti di coccole e prima dello spettacolo, la sua mamma, Maria Perego. Intanto il coro continuava ad accompagnare i brani in questa veste diversa ma sempre performante, anche quando Popoff sembrava rotolare fino al fiume Don, vista la performance disastrosa di Frassica…Infine Marco Masini ha reinterpretato Lettera a Pinocchio al pianoforte, trasmettendomi una malinconia a dir poco straziante mentre Giuseppe Fiorello eseguiva 44 gatti con grande precisione. Ha vinto “Lettera a Pinocchio” che nonostante nel 1° Zecchino d’Oro si classificò tra le ultime, decollò in seguito, grazie alla versione di Johnny Dorelli con il Piccolo Coro dell’Antoniano (di cui alcuni ex bambini ora sono coristi dei “Vecchioni di Mariele”!)

Tutti gli ospiti, a modo loro, hanno dato un contributo, chi con leggerezza, chi con professionalità e orgoglio, ma soprattutto ognuno è tornato bambino grazie alle canzoni dello Zecchino d’Oro…

Sono ancora tante le persone che non conoscono il significato più profondo di questa manifestazione che oltre alle canzoni, rappresenta quel mondo dell’infanzia che il tempo sta sempre più in fretta divorando.

 

Francesca Bernardi

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