UNA RAGAZZA DELLO ZECCHINO D’ORO

UNA RAGAZZA DELLO ZECCHINO D’ORO

Il film “I ragazzi dello Zecchino d’Oro” racconta la visione del regista, Ambrogio Lo Giudice, che ha vissuto l’infanzia come corista del Piccolo Coro dell’Antoniano. Ne ha scritto un romanzo con alcune parti autobiografiche e abbracciando, anche inconsapevolmente, le storie di molti altri, compresa la mia.

Le vicissitudini in seguito alla realizzazione del film, hanno alimentato la mia visionarietà…

Tutto ha inizio quando scopro dalla Fondazione Mariele Ventre che gireranno il film. Nasce in me un forte desiderio di partecipare ad una storia che sento anche mia e che vorrei condividere su Testimonianze Musicali, che tratta proprio la storia dell’Antoniano! Vorrei tanto assistere alla realizzazione del film, per respirarne l’atmosfera ma purtroppo non ho nessun ruolo specifico per prender parte a un lavoro cinematografico…vorrei fare foto, scrivere appunti, conoscere la sceneggiatura, le ambientazioni e scoprire il dietro alle quinte che trovo sia la parte più avvincente. Alla fine mi rassegno e l’unico contributo che posso dare è il mio diario Mi Mu Ma, di Mio, di Musica, di Mariele che racconta la mia infanzia all’Antoniano, provvista di particolari e foto. Lo consegno ad Ambrogio in un tardo pomeriggio alla Fondazione. Quando entro nel salone, le persone dello staff, ospiti di Maria Antonietta Ventre, sono sedute in cerchio, in un chiacchiericcio sommesso e timidamente, attraverso quello spazio che mi pare infinito con un senso d’inadeguatezza che è il mio peggior nemico. Ambrogio, che non è tipo di molte parole, mi ringrazia, lo sfoglia e appena vede un’immagine della sala d’incisione sorride compiaciuto. Scoprirò poi in seguito, da lui, che è stato uno dei documenti che gli sono serviti per la scrittura del film.

 

 

Per le riprese del film vengono coinvolti anche alcuni bambini del Piccolo Coro e non so spiegare la contentezza quando scopro che nella lista c’è anche mio figlio. Aveva partecipato al provino per il ruolo da protagonista ma non è stato scelto perché troppo grande, così come sarebbe stata troppo grande la fortuna se l’avessero scelto. Non avrei potuto chiedere altro al fato visto che, anche noi coristi “Vecchioni di Mariele” siamo stati coinvolti in una breve ma significativa scena da Ambrogio Lo Giudice, il regista che voleva diventare lo scienziato degli animali…E tra noi Vecchioni, io e mia sorella siamo a tutti gli effetti due ragazze dello Zecchino d’Oro…lei del 12°, io del 18°…

 

 

Quando scopro i brani del film mi colpisce ZUM ZUM ZUM: l’ultima canzone del film e la prima del Docu-Concerto di Testimonianze Musicali ZUM ZUM ZUM Zumando dal Piccolo Coro ai Vecchioni di Mariele, lo spettacolo storico musicale che continuiamo a realizzare con il coro Vecchioni di Mariele …una coincidenza  gioiosa…Lo stesso brano che il regista, Ambrogio Lo Giudice, anche lui “vecchione” per antonomasia, canta con noi al termine del terzo Docu-Concerto nel marzo 2019, dove, per la prima volta annuncia l’anteprima del film. “Ma sta succedendo veramente?” me lo chiedo spesso.

 

 

 

Ad aprile iniziano le riprese del film e inizio a scoprire i primi particolari, come gli abiti di scena dei coristi, il camioncino del Piccolo Coro e brevi frammenti di girato.

 

 

Se il film fosse stato girato in bianco e nero, sarebbe stato veramente difficile distinguere la finzione dalla realtà…

Nel video i bambini del Piccolo Coro “Mariele Ventre” che cantano sono mescolati agli attori…

Spesso incrocio la troupe che gira per le vie del centro di Bologna. Tutte le mattine andando al lavoro, vedo il camioncino in piazza Malpighi con le scritte  dei personaggi del film e in quei giorni sono travolta da vere e proprie lavatrici emozionali.  Un giorno mentre sto pulendo con lo straccio davanti al negozio, vedo passare Ambrogio accodato da una fila di operatori con luci e attrezzi. M’illumino, lo chiamo, lo saluto e mollerei tutto per seguirli ma devo rimanere incollata alla realtà. Vorrei raggiungerli per pigiarmi di emozioni e lasciarne traccia, a modo mio, scrivendo, perché mi è sempre piaciuto il dietro alle quinte, la preparazione, i particolari, gli intoppi, i momenti bui e quelli splendenti. Un sabato invece, passando da Piazza Maggiore, al mattino presto, mentre sto andando al lavoro, assisto ad una scena del film dove Mariele, sui gradini bianchi della chiesa di San Petronio, recita parlando vicina vicina ad un ragazzo, il suo nella storia. Ed io sono talmente coinvolta che credo di viverla veramente quella parentesi di vita mentre Francesco, un amico incontrato per caso mi chiede: “tutto bene?” vedendomi singhiozzare senza tregua. Sto assistendo al film di una parte importante della mia vita, perché Mariele ne ha fatto ampiamente parte e attonita la sto guardando.

Mi ripeto che è ora di smetterla di riporre la mia emotività e la mia immaginazione in questa storia, di trovare sempre coincidenze, ma  sento una specie di forza che mi porta lì, attorno al film e appena mi rassegno, succede qualcosa. Come quel giorno che incontro sull’autobus Patrizia che stringe tra le mani la sceneggiatura e me ne legge un pezzettino. Sul bus 90 tutto intorno a me sparisce, compreso il ritegno, mentre i lacrimoni mi fanno colare il trucco, rendendomi così fragile. Nel racconto, scopro una Mariele, che è stata anche una giovane ragazza innamorata e non solo la  signorina Mariele che conoscevo io da bambina. E Matilda De Angelis la incarna a meraviglia in versione odierna anche sulle sue storie di Instagram…

 

Un giorno prima delle riprese, mi trastullo di domande e resto incredula di fronte alla sorpresa di mio figlio. Si presenta serafico con un nuovo, meraviglioso aspetto, realizzato con forbici da carta per dare un taglio al fastidio di alcuni ciuffi… Ancora, come successe prima di andare col coro a Sanremo…. Cerco di trovare un motivo nascosto ad un gesto così infantile ma lui bello come il sole risponde semplicemente che così si sente meglio. Sul set rischia di non partecipare al film mentre una parrucchiera impreca perché deve colorare di scuro la testa di un bambino… mentre io assisto in imbarazzo, defilata dal corridoio dei camerini….

 

Infatti anch’io sono presente, perché è anche il giorno delle riprese del coro dei Vecchioni di Mariele! L’adrenalina scorre a fiumi mentre ci truccano, ci vestono e a ogni trasformazione seguono lo stupore generale, i commenti, le risate sguaiate e sommesse, il divertimento e il nostro modo così unico di condividere esperienze. Tra una pausa e l’altra proviamo il nostro pezzo con una direttrice tutta nuova, imbellettata anni ’60.

 

 

 

Intanto un’assistente nei camerini continua ad urlare e a ripetere che siamo peggio dei bambini ma non si rende conto che se siamo lì è proprio per quel motivo…nessuno di noi è adulto quando siamo il coro dei “Vecchioni di Mariele”…Ed è un giorno sospeso dalla realtà, appeso ad una nuvola mentre Mago Zurlì si mette i brillantini nei capelli e la signorina Mariele ci passa vicino…

 

Verso mezzogiorno giriamo la scena del film, schierati nelle panche in legno della Basilica di S. Antonio. A cappella intoniamo “Adeste fideles” ma pochi minuti prima di girare, un esperto dello staff ci corregge una parola del testo, sommando tensione. Io sudo freddo, sono rigida come un tronco e non ho più salivazione. Mi sento addosso la responsabilità di rappresentare al meglio il coro di Mariele ma cantare diventa difficile, faticoso e pesante con troppe emozioni addosso…la nostra è una scena brevissima ma molto importante perché segna la svolta di Mariele…ma alla fine, buona la seconda!

Al termine del CIAK il regista sussurra: ”me la ricordavo tutta!”, tornando Vecchione ancora, insieme a noi…dopodiché ognuno torna alla vita reale mentre io, non sazia, vado a curiosare

le riprese nello studio televisivo, dove c’è ancora mio figlio che sta girando con il Piccolo Coro “Mariele Ventre” mescolato a dei bimbi comparse. La scenografia è spoglia ma lo studio è pieno di fascino, almeno per me che non mi stanco mai di guardare, ascoltare, sentire. Mi diverto a fotografare alcuni momenti che mi terranno compagnia quando tutto sarà solo un ricordo…

A un certo punto, si gira la scena finale, dove il coro canta Zum zum zum mentre Matilda lo dirige incollata alla telecamera e mi sorprendo quando con la pelle d’oca, ritrovo Mariele nei movimenti della testa e delle mani, nella dolcezza del sorriso…

 

 

A giugno 2019 arriva l’anteprima a Riccione e con una piccola delegazione dei “Vecchioni di Mariele” partecipiamo entusiasti… Un enorme maxi schermo e un tappeto blu sono sufficienti ad ispirarci una breve presentazione mentre Paolo ci riprende quando crede di aver spento il telefono e lo spegne quando crede di riprendere!

Scende la sera, accompagnando sul palco, Matilda (l’attrice principale) Maria Antonietta (sorella di Mariele Ventre) e Ambrogio (il regista) che partecipano alla presentazione che filmo.

Finalmente buio, film, silenzio e attenzione. Scivolo nella trama cercando di separare in due parti mente e cuore, perché la prima è continuamente alla ricerca di collisioni mentre la seconda di emozioni. Gli attori riescono a prendermi per mano e a farmi entrare nella storia anche se sotto molti aspetti è diversa. Il piccolo Mimmo recita con naturalezza, così come Olga, naturale e graziosa. Mi dispiace non trovare nei personaggi, Liliana, figura fondamentale per l’Antoniano e Mariele. Padre Berardo, interpretato dal simpaticissimo Guido Roncalli Di Montario, non gli assomiglia affatto, probabilmente perché la memoria di Ambrogio l’ha ricordato diversamente. Apprezzo il senso di grazia e bellezza dati alla storia e colgo molte sensazioni che mi appartengono come quel senso di comunità che si viveva all’Antoniano, fatta di persone e pensieri diversi che convivevano migliorandosi a vicenda…così come ancora oggi siamo noi Vecchioni così uniti mentre cantiamo ma così diversi nella vita… Al termine del film mi sento parte di quel cast più per aver raccontato un po’ della nostra storia che per aver girato una scena…mi alzo decisa e dico ai Vecchioni: “Andiamo” e ci mescoliamo all’allegria generale.

Sono una visionaria ma è grazie a questo che riesco a seguire dei fili invisibili…
I Vecchioni di Mariele interpretano nel film, il coro della chiesa che ispira Mariele, noi che eravamo i suoi bambini…La storia finisce con ZUM ZUM ZUM, lo stesso ZUM che fa ritornare la storia col Docu-Concerto! Ma le sorprese non finiscono e grazie alla proposta di Fabrizio Palaferri, realizziamo il quarto Docu-Concerto nello studio televisivo dell’Antoniano con le scenografie originali del film che incorniciano un giorno indimenticabile che chiude un altro cerchio…

 

 

 

 

 

Martedì 21 luglio, il film è proiettato nella rassegna bolognese “Sotto le stelle del cinema”.
Il sogno continua, stavolta nella piazza della città più importante del mondo, la mia…

 

CINETECA DI BOLOGNA: http://www.cinetecadibologna.it/vedere/programmazione/app_11481/from_2020-07-21/h_2130

 

 

 

 

 

Grazie alle testimonianze di chi si è raccontato, l’esperienza si è arricchita, Grazie!

TESTIMONIANZE CAST

 

Francesca Bernardi

FILM INTEGRALE RAI PLAY

 

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