L'ANTONIANO COMPIE 64 ANNI

L'ANTONIANO COMPIE 64 ANNI

Estratto dal libro: “Mariele” di Berardo Rossi EDIZIONI SAN PAOLO 1999

L’ANTONIANO

All’inizio degli anni Cinquanta il convento di Sant’Antonio di Bologna ebbe una prorompente espansione di attività che sfociò nella fondazione dell’Antoniano. Era Ministro Provinciale Padre Cornelio Baj, superiore del convento padre Gabriele Vannini. Essi incoraggiarono un gruppo di giovani frati che si sentivano pieni di fervore e un po’ stretti nella routine abituale del convento e ruminavano idee nuove. Erano Padre Ernesto Caroli e altri, suoi amici, più o meno della stessa età. Essi cominciarono a fantasticare attorno a progetti che la maggior parte degli altri frati giudicavano al di sopra di ogni possibilità reale. Fortunatamente anche il Padre Provinciale e il Padre Guardiano erano giovani di cuore e di spirito e davano credito alla fantasia. Padre Valeriano faceva parte del gruppo. Meno effervescente di Padre Ernesto e degli altri, dava al gruppo dei “cospiratori” l’apporto della sua tranquilla saggezza, che si univa ad una tenace determinazione. Quando dalla sua bocca usciva la sentenza: “Possibile”, tutti si tranquillizzavano. “Se padre Valeriano dice che è possibile, possiamo andare avanti”.
Le bambine e le ragazze della Gioventù Antoniana Femminile erano coinvolte nei sogni di grande iniziative caritative e culturali.

Quando, nel luminoso pomeriggio della domenica 14 giugno 1953, fu posta, nell’orto del convento, la prima pietra dell’Antoniano, la cerimonia fu accompagnata da musiche di Chopin suonate al piano, registrate su uno di quegli apparecchi che magnetizzavano – grande novità! – le voci e i suoni su filo metallico, non ancora su nastro. La pianista che aveva registrato quelle musiche era Mariele Ventre.

Nella omelia alla Messa dei funerali di Mariele – celebrati nella sua amata chiesa di Sant’Antonio il 18 dicembre 1995 – il Ministro Provinciale Padre Gilberto Soracchi disse che Mariele era stata per tutti l’immagine straordinariamente evidente dell’Antoniano.
Nelle istantanee fotografiche della posa della prima pietra dell’Antoniano Mariele non compare. La ragazzina quattordicenne, che assisteva alla cerimonia contagiata dalla gioia di tutti, non sentiva il bisogno di mettersi in prima fila, nè i fotografi avevano ancora l’abitudine di fare scostare la gente davanti a lei. Mariele c’era; lì a quattro passi dal Padre Ernesto e dal Provinciale Padre Cornelio Baj, dalle altre autorità, mentre firmavano la pergamena che stava per essere murata nella “prima pietra”. Nel momento fatidico in cui il blocco quadrato di cemento calò nel fossato delle fondazioni, funi e carrucole produssero un cigolio che si “scontrò” nell’aria con le note di Chopin. Mariele smise di applaudire e si tappò le orecchie col palmo delle mani: “Dio, che strazio!”. Maria Ave, la sua amica e compagna della GAF che si era portata vicina a lei per sottrarsi ai fotografi, le disse: “Non fare la fanatica…In questo momento ci vuole anche questa musica. Poi, stai tranquilla, la gente non si dimentica della tua…”. Infatti molti si complimentarono calorosamente con lei, primo fra tutti il papà, sprizzante soddisfazione da tutti i pori, come le fotografie documentano. Nessuno poté allora intuire quello che sarebbe stato evidente tanti anni dopo: la circostanza che l’Antoniano nascesse con l’accompagnamento musicale di Mariele era molto più di un semplice particolare musicale della cerimonia.

Nella foto: Lo spiazzo dell’orto del convento, il palco rudimentale, i primi arrivati, il drappo tricolore attaccato all’edificio della vecchia stalla del convento che è in corso di demolizione, il blocco della “prima pietra” appeso al trespolo di legno preparato per l’occasione.

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